Il termine doppio vincolo (in inglese double bind) fa riferimento a una dinamica comunicativa paradossale, teorizzata tra gli altri da Gregory Bateson negli anni Cinquanta, nella quale un individuo riceve due o più messaggi contraddittori o incongruenti a livelli differenti (verbale, non verbale, contestuale) che rendono impossibile dare una risposta “corretta”.
Ecco alcune caratteristiche principali del doppio vincolo:
Bateson e i suoi collaboratori ipotizzarono che l’esposizione prolungata a situazioni di doppio vincolo potesse contribuire all’insorgenza di problematiche psicologiche (come certi quadri schizofrenici), non tanto come causa unica e diretta, quanto piuttosto come fattore aggravante in contesti relazionali altamente disfunzionali. Oggi il concetto di doppio vincolo rimane uno strumento di comprensione prezioso nell’analisi delle comunicazioni paradossali e dei conflitti relazionali, sia in ambito terapeutico sia più in generale nella psicologia della comunicazione.
Il doppio vincolo (in inglese double bind) è un concetto psicologico sviluppato da Gregory Bateson e dai suoi colleghi negli anni '50, principalmente per spiegare le origini della schizofrenia. Si riferisce a una situazione comunicativa in cui due messaggi contraddittori vengono trasmessi su livelli diversi di comunicazione, creando un conflitto insolubile per il destinatario del messaggio.
: Il doppio vincolo si verifica quando ci sono due ingiunzioni contraddittorie a livelli diversi di comunicazione. Ad esempio, un messaggio verbale può essere accompagnato da segnali non verbali che lo contraddicono.
: La persona che riceve il messaggio non ha la possibilità di sfuggire alla situazione o risolvere la contraddizione attraverso la metacomunicazione (discutere apertamente il problema).
: Queste situazioni si verificano spesso in relazioni emotivamente significative, come quelle familiari o terapeutiche.
: Le persone intrappolate in un doppio vincolo possono sviluppare reazioni difensive simili a quelle osservate nella schizofrenia.
Un genitore che verbalmente incoraggia l'espressione dei sentimenti ma fisicamente respinge i gesti affettivi del figlio.
Una figura autoritaria che chiede disobbedienza mentre comunica disapprovazione attraverso segnali non verbali.
In sintesi, il doppio vincolo rappresenta una trappola comunicativa che può portare a confusione e stress emotivo nel destinatario del messaggio.
Il doppio vincolo (in inglese double bind) è un concetto introdotto dall'antropologo Gregory Bateson e dal suo team negli anni '50 nell'ambito della teoria della comunicazione e della psicologia. Si riferisce a una situazione in cui una persona riceve messaggi contraddittori o paradossali, rendendo impossibile una risposta adeguata senza incorrere in una forma di errore o disagio.
Due messaggi contraddittori: La persona riceve due istruzioni o affermazioni che si escludono a vicenda. Ad esempio, un genitore che dice al figlio "Sii spontaneo", ma implicitamente richiede obbedienza.
Impossibilità di uscire dalla situazione: La persona non può commentare o mettere in discussione la contraddizione senza essere penalizzata.
Ripetizione nel tempo: Il doppio vincolo non è un evento isolato, ma si ripete in contesti relazionali significativi (ad esempio, in famiglia).
Un bambino riceve da un genitore un messaggio verbale come "Ti voglio bene", ma il tono di voce e il linguaggio non verbale trasmettono freddezza o rifiuto. Il bambino è così costretto a scegliere tra credere alle parole o al comportamento, senza poter risolvere la contraddizione.
Il doppio vincolo può generare confusione, ansia e, in casi estremi, contribuire a disturbi psicologici come la schizofrenia (secondo le teorie di Bateson). È particolarmente rilevante nelle relazioni di potere asimmetriche, come quelle tra genitori e figli o tra capi e dipendenti.
Oltre alla psicologia, il concetto è stato utilizzato in sociologia, comunicazione e studi organizzativi per analizzare dinamiche disfunzionali in gruppi e istituzioni.