Disuguaglianza


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Disuguaglianza

Definizione di “disuguaglianza”

In senso ampio la disuguaglianza è la distribuzione non uniforme di risorse, opportunità o riconoscimento sociale fra individui o gruppi. Può riferirsi a reddito, ricchezza, salute, istruzione, potere politico, status di genere, origine etnica, territorio ecc. È quindi un concetto relazionale (si misura in rapporto ad altri) e multidimensionale (non riguarda solo il denaro).


Tipologie principali

Dimensione Esempio di indicatori Meccanismi di formazione
Economica (reddito/ricchezza) Indice di Gini, Palma ratio, quota del top 10 % Mercato del lavoro, ritorni del capitale, politiche fiscali
Sociale Tassi di alfabetismo, mortalità infantile, speranza di vita Accesso a istruzione e sanità, qualità dei servizi pubblici
Di genere Gender pay gap, partecipazione al lavoro Norme socio-culturali, divisione del lavoro domestico
Territoriale PIL procapite regionale, servizi essenziali Disparità infrastrutturali, migrazioni interne
Politica Tasso di rappresentanza parlamentare, concentrazione di lobbying Barriere istituzionali, finanziamento delle campagne

Come si misura

  1. Indici sintetici

    • Gini (0 = uguaglianza perfetta, 1 = massima disuguaglianza).

    • Palma (quota di reddito del top 10 % divisa per quella del bottom 40 %).

    • Theil o entropici (scomponibili in “entro” e “tra” gruppi).

  2. Curve di Lorenz e percentili: mostrano visivamente quanta quota di reddito/ricchezza accumulano i diversi decili.

  3. Indicatori non monetari: AROPE (a rischio povertà o esclusione sociale), Indice di Sviluppo Umano disaggregato, ecc.


Dinamiche globali recenti

  • Tra Paesi: dal 2000 al 2023 la disuguaglianza globale è scesa grazie alla crescita rapida di economie emergenti (Cina, India).

  • Entro i Paesi: la tendenza opposta domina in molte economie avanzate e in numerosi Paesi in via di sviluppo; il top 10 % cattura oggi in media oltre il 50 % del reddito nazionale (contro il 45 % del 1980) (WID - World Inequality Database).

  • Europa resta l’area meno diseguale (il top 10 % guadagna ~36 % del reddito) ma il gap cresce più lentamente che negli USA, dove il top 10 % detiene 45 % (WID - World Inequality Database).

  • Secondo l’ILO, nel 2024-25 si vede un moderato recupero dei salari reali bassi, ma la dispersione resta elevata (International Labour Organization).

  • In Spagna, l’indice di Gini è tornato ai livelli 2004 dopo misure su salario minimo e trasferimenti, ma la percezione di disparità resta alta (inflazione, casa) (El País).


Cause strutturali

  1. Tecnologia & automazione: skill-biased technological change premia capitale e alta qualificazione.

  2. Globalizzazione: competizione internazionale comprime salari medi nei Paesi avanzati, ma riduce povertà altrove.

  3. Politiche economiche: deregolamentazione del mercato del lavoro, riduzione della progressività fiscale, tagli al welfare.

  4. Rendita e concentrazione patrimoniale: ritorni sul capitale > crescita (r > g) generano accumulazione di ricchezza intergenerazionale.

  5. Discriminazioni storiche: razziali, di genere, di casta; perpetuano disuguaglianze non spiegate dai mercati.

  6. Shock esogeni: guerre, pandemie, crisi climatiche colpiscono in modo asimmetrico.


Effetti

Campo Conseguenze di elevata disuguaglianza
Economia Minore domanda aggregata, instabilità finanziaria, rallentamento dell’innovazione se l’accesso al credito è concentrato
Società Peggiora salute, aspettativa di vita, coesione sociale (effetto Wilkinson-Pickett)
Politica Bassa mobilità sociale, polarizzazione, cattura istituzionale da parte delle élite
Ambiente Le emissioni pro-capite del top 1 % superano di molte volte quelle del 50 % più povero; ostacola transizioni eque

Prospettive di policy

  • Fiscalità progressiva e imposta patrimoniale (proposte WIR 2024).

  • Salario minimo, contrattazione collettiva e tutela dei lavoratori informali.

  • Investimenti universali in istruzione, salute, digitalizzazione rurale.

  • Stato sociale adattivo: trasferimenti condizionati, Reddito di cittadinanza/Ingreso Mínimo Vital.

  • Pari opportunità di genere: congedi parentali paritari, child-care pubblico.

  • Governo dei dati e concorrenza: limitare monopoli digitali che estraggono rendite.

  • Regolazione finanziaria/green finance: orientare capitali verso obiettivi inclusivi e sostenibili.


Questioni teoriche aperte

  1. Uguaglianza di opportunità vs di esito: fino a che punto lo Stato dovrebbe eguagliare risultati oltre le “circostanze”?

  2. Trade-off crescita–equità: la letteratura recente mostra che eccesso di disuguaglianza può frenare la crescita (IMF, OECD).

  3. Misurazione multidimensionale: condividere banche-dati aperte (WID, Luxembourg Income Study) e incrociare redditi, ricchezza, servizi pubblici.

  4. Narrativa e percezione: gap fra dati oggettivi e sentiment subjetivo di “ingiustizia”, cruciale per la legittimità democratica.


Conclusione

La disuguaglianza non è un semplice divario numerico ma un fenomeno complesso che intreccia mercati, istituzioni e cultura. Capirla richiede non solo indicatori economici, ma anche un’analisi storica e politica delle strutture che la producono. Le politiche pubbliche possono ridurre le disparità senza sacrificare l’efficienza, a condizione di essere disegnate in maniera progressiva, universale e fondata su evidenze aggiornate.