“Approvare” – definizione essenziale
*Verbo transitivo (1ª coniugazione), dal latino approbāre (“ritenere buono, confermare, lodare”). Significa esprimere assenso o consenso verso qualcosa, riconoscendone la bontà, la validità o la legittimità.
Ambito | Valore semantico | Esempio sintetico |
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Interpersonale | Manifestare accordo o gradimento | «Approvò il mio progetto con entusiasmo.» |
Istituzionale-giuridico | Atto formale che conferisce validità normativa o amministrativa | «Il Parlamento ha approvato la legge di bilancio.» |
Tecnico-procedurale | Verifica di conformità a standard/criteri | «Il comitato etico deve approvare il protocollo clinico.» |
Nota: in tutti i casi l’approvazione è un atto valutativo che implica un giudizio positivo, ma la forza vincolante varia dal semplice plauso personale alla produzione di effetti giuridici.
Aspetto | Dettagli |
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Paradigma | approvo, approvi, approva, approviamo, approvate, approvano |
Participio passato | approvato ➜ funge anche da aggettivo («relazione approvata») |
Sostantivi derivati | approvazione, approvatore, approvando (quest’ultimo: documento in corso di esame) |
Prefissi/suffissi comuni | ri-approvare (nuova votazione), pre-approvato (giudizio preliminare) |
Sinonimi parziali | accettare, avallare, ratificare, convalidare (ognuno con sfumature proprie) |
Antònimi | disapprovare, respingere, bocciare, censurare |
Fonti del diritto – Una legge è “approvata” quando riceve il voto favorevole secondo il procedimento previsto (es. doppia lettura Camera-Senato in Italia).
Delibere e regolamenti – In enti locali o società l’organo collegiale approva bilanci, statuti, piani strategici. L’atto produce effetti solo dopo la pubblicazione o il deposito dove richiesto.
Diritto internazionale – Trattati firmati dai plenipotenziari sono spesso “approvati” (o ratificati) dai parlamenti nazionali prima di entrare in vigore.
▶ Differenza chiave con “ratificare”: approvare è atto di consenso; ratificare è atto successivo che conferisce efficacia giuridica a un testo già negoziato.
Bisogno di approvazione (concetto di social approval): nella psicologia sociale il desiderio di essere accettati dal gruppo influisce su conformismo e autostima.
Approvatore / disapprovatore interno: nella psicoanalisi, l’istanza del Super-Io funge da autorità che “approva” o “condanna” i nostri impulsi.
Approvare non è azione neutra: implica valori di riferimento (bontà, giustizia, utilità). Kant distinguerebbe tra un assentire meramente conforme e un approvare fondato su massime universali; nell’etica utilitarista, invece, si “approva” ciò che massimizza la felicità collettiva.
«Il CDA ha approvato con riserva il piano, subordinando l’efficacia al parere del collegio sindacale.»
«La mozione è stata approvata a stretta maggioranza (321 voti contro 309).»
«Il protocollo sperimentale è stato approvato dal comitato etico secondo il Reg. UE 536/2014.»
“Approvare” unisce un giudizio positivo e, spesso, un effetto costitutivo: dove l’approvazione manca, l’azione o il testo restano privi di legittimazione o di valore normativo. Comprenderne le varie dimensioni – linguistica, giuridica, sociale – aiuta a cogliere la portata di quel semplice ma decisivo atto di “dire di sì”.