L'oclocrazia è un termine utilizzato per descrivere una forma di governo in cui il potere è esercitato dalla massa o dalla folla, spesso in modo irrazionale e disordinato. La parola deriva dal greco antico "ochlos" (folla, moltitudine) e "kratos" (potere, dominio), quindi può essere tradotta come "dominio della folla".
Il concetto fu introdotto dallo storico e filosofo greco Polibio, che lo utilizzò nella sua teoria dell'anaciclosi, un ciclo naturale delle forme di governo. Secondo Polibio, l'oclocrazia rappresenta una degenerazione della democrazia, in cui il governo, anziché rappresentare la volontà collettiva basata su principi e leggi, diventa preda delle passioni, degli istinti e degli interessi egoistici delle masse. Si distingue per la mancanza di ordine, di razionalità e di un autentico rispetto per il bene comune.
Un esempio storico spesso citato di oclocrazia è quello di alcune fasi della Rivoluzione Francese, durante le quali l'autorità centrale fu sopraffatta dall'influenza delle masse radicalizzate.
In filosofia politica, il termine è talvolta utilizzato per avvertire dei rischi di un'eccessiva degenerazione della democrazia in populismo, se non bilanciata da istituzioni solide e da un senso diffuso di responsabilità civica.
L'oclocrazia è un termine che deriva dal greco antico e si riferisce a una forma di governo considerata degenerata. Letteralmente, significa "governo della folla" (da ὄχλος, óchlos, "moltitudine, massa" e κράτος, krátos, "potere").
Cosa significa in pratica?
Perché è considerata negativa?
Esempi storici:
In conclusione, l'oclocrazia rappresenta un allarme riguardo ai pericoli di un eccessivo affidamento sull'opinione pubblica e sulla democrazia diretta. È importante trovare un equilibrio tra la partecipazione popolare e la necessità di una leadership forte e saggia.