In italiano, i verbi "sapere" e "conoscere" condividono l’idea di “avere una qualche forma di conoscenza”, ma si distinguono per sfumature di significato e per l’uso in contesti differenti. La distinzione principale può essere riassunta così:
Sapere
Conoscere
Sapere si usa soprattutto con:
Conoscere si usa soprattutto con:
Sapere (dal latino sapere, che originariamente significa anche “avere sapore”, “assaporare”) è connesso alla “sapienza”, cioè all’aspetto della comprensione profonda. In alcune correnti di pensiero, “sapere” richiama l’idea di una conoscenza più “riflessa” o “distillata”.
Conoscere (dal latino cum gnoscere, “venire a sapere insieme”, “venire a contatto”) evoca un’idea di relazione: si conosce qualcosa o qualcuno perché ci si è entrati in contatto, si è fatta esperienza diretta.
In sintesi, sebbene “sapere” e “conoscere” siano due forme di “avere conoscenza” (e talvolta in italiano contemporaneo possano sembrare intercambiabili), la differenza risiede nel tipo di rapporto che si ha con l’oggetto della conoscenza: più “astratto” e informativo per “sapere”, più “diretto” e relazionale/esperienziale per “conoscere”.