Nel corso della storia e nelle diverse lingue, è frequente imbattersi in termini che evidenziano come la nozione di “status” (cioè il rango o la posizione di una persona all’interno di una gerarchia) sia strettamente connessa all’azione del “servire” o “attendere” le disposizioni di chi si trova a un gradino più alto.
1. L’etimologia e il significato di “waiter” e “attendente”
2. La dinamica gerarchica: chi ha meno status “aspetta”
Quando si parla di status, si fa riferimento a una struttura gerarchica: chi è in una posizione inferiore attende – letteralmente – le istruzioni, i comandi, o le richieste di chi si trova sopra di lui nella scala di potere. È una dinamica che si può osservare in tanti ambiti:
3. L’origine simbolica e pratica dell’“attesa”
Il concetto di “attesa” non è solo un’azione passiva. Nei casi citati (cameriere, attendente, ecc.), attendere significa:
4. Lo status come costruzione sociale
Infine, è importante ricordare che lo status è in larga parte il risultato di convenzioni sociali. Ciò che in un determinato contesto definisce chi serve e chi viene servito può variare nel tempo e nello spazio (ad esempio, in alcune culture o periodi storici, l’idea di servizio e attesa era diversa rispetto ad altre). Tuttavia, la radice del verbo “attendere” – e dei suoi corrispondenti in altre lingue – mostra chiaramente come l’atto di “aspettare” (in senso gerarchico) sia legato a una forma di subordinazione o minore potere decisionale.
In sintesi, la relazione tra “status” e “attendere” è storicamente e linguisticamente evidente: chi si trova a un livello inferiore nella gerarchia sociale “aspetta” ordini o richieste da chi ha uno status superiore e, facendolo, agisce per servire le sue necessità.