In italiano la parola “storia” indica sia la disciplina che studia il passato (History in inglese) sia qualunque “racconto” o “narrazione” (story). Questa duplice valenza rende particolarmente interessante il rapporto tra la “Storia (generale)” e le “storie specifiche”.
Storia (generale) come cornice
La Storia generale è l’insieme dei grandi processi, degli eventi e delle dinamiche (politiche, economiche, sociali, culturali) che vengono analizzati su ampia scala: nazionale, continentale o addirittura globale. Essa fornisce le categorie e i contesti all’interno dei quali possono essere collocate le molteplici narrazioni particolari. È la “struttura portante” che dà senso e collegamento ai fatti, alle date, ai mutamenti di lungo periodo.
Storie specifiche come tessere di un mosaico
Le storie specifiche (per esempio le vicende di singole persone, famiglie, comunità locali o gruppi particolari) costituiscono le tessere di un mosaico più grande. Raccontano i dettagli, le sfumature e le vicende quotidiane che spesso sfuggono alle sintesi generali. Sono essenziali per comprendere come i grandi eventi e i grandi processi storici siano vissuti concretamente dagli individui e dalle comunità.
Continuità e interdipendenza
Prospettiva macro e prospettiva micro
In ambito storiografico si parla spesso di “microstoria” e “macrostoria”:
Esempio pratico
Riconoscimento del pluralismo delle fonti e dei punti di vista
Le “storie specifiche” evidenziano la pluralità di prospettive, fonti e memorie. Integrandole, la Storia generale acquisisce una maggiore complessità e profondità, arricchendosi di voci che altrimenti resterebbero inascoltate.
In sintesi, la Storia generale e le storie specifiche sono in un rapporto di reciproco completamento: la prima organizza in modo sistematico e di ampio respiro la conoscenza del passato, mentre le seconde rendono vivo e tangibile ciò che altrimenti rischierebbe di rimanere un insieme di date, eventi e processi astratti. Sono due livelli di analisi e di narrazione inscindibilmente intrecciati, ognuno dei quali dà senso e profondità all’altro.