Con l’espressione proposta di condivisione si indica un’iniziativa – formale o informale – con cui un soggetto (persona, ente, impresa, gruppo civico) invita altri attori a mettere in comune risorse, responsabilità, dati o benefici. Dal punto di vista giuridico‐amministrativo, la proposta non vincola ancora le parti: diventa obbligatoria solo dopo l’accettazione e la traduzione in un accordo (contratto, patto, memorandum, ecc.). In molti regolamenti italiani la proposta di condivisione apre un percorso di co-progettazione che può sfociare in un vero e proprio patto di condivisione.
Nel quadro della sussidiarietà orizzontale (art. 118 Cost.), numerosi comuni hanno adottato regolamenti per la cura condivisa dei beni comuni. Il cittadino o l’associazione presenta un modulo di proposta di condivisione indicando: obiettivi, durata, modalità operative, risorse auto-impiegate e beni coinvolti. L’amministrazione valuta l’interesse pubblico e, se positivo, avvia il co-design del patto. (Municipium Images, Municipium Images)
Fasi tipiche
Presentazione: compilazione del modulo e protocollazione.
Istruttoria tecnica-giuridica: verifica di fattibilità, impatto e coperture.
Co-progettazione: definizione congiunta di obiettivi, indicatori e ruoli.
Patto di condivisione: firma e pubblicazione; segue esecuzione e monitoraggio.
Esempi concreti: la gestione volontaria di aree verdi a Chieri tramite la piattaforma Attrezzoteca (comune.chieri.to.it), la rigenerazione della “Strada della Contessa” o della “Piazzetta del Nuovo” attraverso patti pluriennali di cura. (Municipium Images)
Vantaggi
Riduzione dei costi pubblici e aumento della qualità dei servizi/beni.
Coinvolgimento civico e sviluppo di capitale sociale.
Flessibilità: gli obblighi si modulano su capacità effettive del proponente.
Criticità
Disomogeneità procedurale fra comuni.
Rischio di cattura del processo da parte di soggetti forti o poco rappresentativi.
Necessità di meccanismi di controllo e manutenzione di lungo periodo.
Contesto | Oggetto condiviso | Ruolo della “proposta” |
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Psicoterapia | Significati, emozioni, frame narrativi | Il terapeuta avanza proposte di condivisione che il paziente può accettare, riformulare o rifiutare, influenzando l’alleanza terapeutica. (State of Mind) |
Piattaforme digitali | Dati e contenuti multimediali | Google Foto, ad esempio, offre una proposta di condivisione delle “Memories” centrata su cerchie ristrette più che sulla diffusione sociale tipica di Instagram. (Antevenio) |
Impresa/filiera | Know-how, rischi, supply chain assets | Le proposte formano la base per joint venture, accordi di risk-sharing o consorzi logistici. |
Co-genitorialità | Tempo di cura e decisioni su minori | La riforma dell’affidamento condiviso aveva ipotizzato una “proposta di condivisione delle cure” come passo preliminare all’intervento del giudice. (figlipersempre.com) |
Oggetto – cosa si condivide (materiale, immateriale, decisionale).
Grado di formalità – da semplici buone pratiche a schemi contrattuali complessi.
Asimmetrie di potere – il proponente può trovarsi in posizione debole o forte; servono garanzie di equità.
Tempi e cicli di revisione – la condivisione è dinamica; vanno previsti momenti di verifica e re-ingegnerizzazione del patto.
Indicatori di impatto – utili per valutare benefici pubblici/privati, sostenibilità economica e ambientale.
La proposta di condivisione è un dispositivo che sposta l’attenzione dal trasferire all’agire insieme. Che si tratti di curare un giardino urbano, ridefinire l’uso dei propri dati o costruire un’alleanza terapeutica, il successo della proposta dipende da:
chiarezza dell’oggetto e delle aspettative,
adeguato bilanciamento di diritti e doveri,
capacità di governance collaborativa.
In un’epoca di risorse scarse e problemi complessi, saper formulare (e valutare) proposte di condivisione robuste rappresenta una competenza strategica per amministrazioni, imprese e cittadini.