In breve
Differenze umane = descrizioni di diversità che, prese in sé, non comportano giudizi di valore (es. età, genere, origine, abilità fisica, orientamento religioso o culturale).
Disuguaglianza = gerarchie di potere, risorse o riconoscimento che trasformano alcune di quelle differenze in vantaggi o svantaggi sistematici.
Fatto descrittivo
Le persone hanno statura, lingua madre o patrimoni genetici diversi.
Questa è “differenza”.
Processo sociale di valutazione
La società decide che certe caratteristiche sono “migliori” o “peggiori”, “meritevoli” o “non-meritevoli”.
Esito distributivo
Chi possiede la caratteristica premiata ottiene salari più alti, status superiore o maggior potere politico.
Qui nasce la disuguaglianza.
Meccanismo | Esempio rapido | Autori di riferimento |
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Attribuzione di merito | “Chi è più competitivo merita stipendi alti” – ma la competitività è condizionata da genere e socializzazione | Rawls (fair equality of opportunity) |
Istituzioni che codificano preferenze | Regole ereditarie su titoli o proprietà | Bourdieu (capitali e riproduzione) |
Convenzioni culturali | Standard di bellezza che favoriscono alcuni tratti fisici | Young, Fraser (giustizia come riconoscimento) |
Mercati e tecnologia | Automazione che rende più redditizi certi skill | Piketty (capitale e lavoro) |
Correzione diseguaglianze ≠ cancellare differenze
L’obiettivo non è omologare tutti, ma evitare che una differenza (es. disabilità) si traduca in esclusione.
Parità di capacità (Sen-Nussbaum)
Politiche adeguate non trattano tutti “uguale” in astratto; garantiscono a ciascuno le capacità reali di partecipare.
Riconoscimento vs redistribuzione
Disparità economiche (redistribuzione) e stigmatizzazione identitaria (riconoscimento) spesso si intrecciano; serviranno strategie complementari.
Differenze = la materia prima inevitabile della condizione umana.
Disuguaglianze = l’esito storicamente contingente di come società, istituzioni e mercati “lavorano” quella materia prima.